lunedì 26 maggio 2014

Perché sono così triste? Non mi manca niente, ho amici, una famiglia meravigliosa, seguo un corso universitario che mi piace e piano piano sto ricevendo delle soddisfazioni….. eppure c'è qualcosa che non va in me.
 So cos'è….è che tutta la mia felicità dipende dai numeri, i numeri che leggo sulla bilancia, quelli mi danno la forza di andare avanti… e quando leggo qualcosa che non mi piace cado in un vortice di tristezza senza fine, di sconforto, solitudine, rabbia e depressione.
Ma non riesco a fare niente per uscirne. io lo so quale potrebbe essere la soluzione: NON MANGIARE Più. Ma poi quando mi prendono i morsi della fame, quando mi gira la testa, quando mi viene mal di testa e non ho la forza di fare nulla allora crollo.
 Fortunatamente non mi abbuffo perché, solitamente, non riesco a vomitare. prima lo facevo ma adesso penso che non ne valga la pena, mi fa schifo e mi sento uno schifo dopo. mi ammazzo di palestra ok ma questo non risolve. il punto è smettere di mangiare, ma ho bisogno di sostegno perché altrimenti non posso fare nulla durante tutto il giorno.
Voi come fate per resistere? che trucchetti usate?
Io vorrei solo avere la forza di smettere per sempre di mangiare. Questa sarebbe la soluzione a tutti i miei problemi. Non metto un  vestito da almeno un anno, perché odio le mie cosce, odio il mio corpo. Vorrei essere leggera come una farfalla……..questo vorrei essere….una FARFALLA!
Fino a 2 giorni fa pesavo 42 kg, ieri ho mangiato un po' di più e la bilancia oggi pesava 45 kg O_o
ma com'è possibile??
il mio obiettivo è arrivare a metta luglio a pesare 40 kg (sarebbe meglio 39 kg, ma già i 40 mi sembrai un miraggio).
ho bisogno di sfogarmi in questo blog, di scrivere cosa faccio durante l giornata e di ricevere vostri commenti con consigli ed esperienza.
Insieme sarà più facile :) :)

3 commenti:

  1. Ciao Lara!
    Che bel nome anzitutto!
    Passavo di qui e ho deciso di lasciarti un commento, spero non ti spiaccia :) Non ho nessun consiglio da darti rispetto a diete e dimagrimento, ma spero ti farà lo stesso piacere - o almeno in qualche modo interessarti- leggere queste mie parole :)

    Mentre leggevo il tuo post, sono rimasta colpita dalle tue parole iniziali: "non mi manca niente" eppure, concludi, non riesci ad essere felice.
    Un numero però, dici, ti renderebbe felice. E allora io voglio chiederti: ti renderebbe felice PER DAVVERO? Davvero la felicità sta tutta racchiusa in un numero? Non è una provocazione, e anche se non avrai voglia di rispondermi, mi piacerebbe ci pensassi sul serio: in che modo quel numero ti renderebbe felice? Cosa ti permetterebbe di fare *in più* che ora non puoi fare?

    Sai cos'è? Ogni volta che saliamo sulla bilancia, l'unica cosa che dovremmo pensare è che il numeretto che leggiamo scritto li altro non è che la forza gravitazionale con cui la Terra ci attira a sé.
    Non siamo NOI.
    Non è un indice di quanto gli altri ci vogliano bene.
    Non ci dice quanto abbiamo riso l'ultima volta che abbiamo trascorso una serata coi nostri amici o quanto siamo importanti per la nostra famiglia.
    Non racconta niente di quello che ti piace fare, di quello che ti appassiona o che ci annoia.
    Non racconta le mattine in cui hai camminato a piedi nudi in riva al mare, le lacrime che hai versato ascoltando una canzone che ti emozionava, le grandi arrabbiature finite in una risata.
    E' un numero... un numero che NON determina in alcun modo quello che *sei* davvero.
    Mi piace pensare al nostro corpo come una confezione per portare in giro le nostre anime. E che importa se è di cartone, latta, platino o cristallo, che importa quanto pesa la scatola: ciò che è importante è ciò che sta dentro.

    Se potessi esprimere un desiderio in questo momento, chiederei che tutte le persone al mondo smettessero di definirsi come *un peso*. Perché nessuno di noi è un peso, in nessuna delle accezioni che il termine può avere.

    Ciao Lara, spero di non averti disturbata!

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    1. Ciao, passando ho letto il tuo commento... Cosa dire... Un commento bellissimo, vero, praticamente surreale per chi soffre di disturbi alimentari.
      Perché per chi soffre di disturbi alimentari una canzone non è nulla. Camminare in riva al mare non è niente. Ridere con gli amici non è niente.
      si ha tutto, ma manca tutto. Manchiamo noi. Anima? Hai ragione, ma chi soffre di disturbi alimentari quasi non ce l'ha piu un'anima. O per lo meno, non gliene frega un cazzo.
      Per chi ha un dca non conta nulla il sole, non importa il mare, non vuole uscire con gli amici e divertirsi. Chi ha un dca pensa al cibo dalla mattina alla sera. In bene, in male, ma ci pensa.
      ossessivamente. Tutto il resto è solo fumo, solo aria fritta, vuoto, niente.
      Quello che per una persona normale è la vita (una giornata nella natura, un messaggio di amore, una risata) per chi ha un disturbo alimentare non esiste. Non la concepisce.
      Ti assicuro che è terribile. Chi ha un dca non sente lo stimolo della fame, e non è sazia. Chi ha un dca non vuole affatto essere bella, avere una bella anima. Non per la maggior parte del tempo. Non lo vuole abbastanza. Perché chi ha un DCA non vede altro che un numero. Quel numero, quel peso è quello che per una persona sana è la vita, una risata, un' amicizia. Incredibile? Si. Chi ha un dca striscia nella merda per tutti i giorni della sua vita che si trascinano uno dietro l'altro e non hanno un senso senza chili in meno: chi ha un dca vuole essere invisibile. Chi ha un dca vuole essere visto, ma sparire. Chi ha un dca non sa cosa vuole. Chi ha un DCA è solo. Perché nessuno capisce per quale ragione un numero sia cosi importante nella sua vita. Chi ha un DCA è costantemente impegnato ad essere abbastanza. Per chi ha un DCA niente è piu importante di perdere peso. Ancora. Ancora, ancora. Ancora. Ancora. Finché non sarà troppo tardi. Oppure vomitare. Vomitare, vomitare, vomitare. Oppure abbuffarsi. Abbuffarsi, digiunare, abbuffarsi, odiarsi. Guardarsi allo specchio, odiarsi. Dimagrire, ingrassare. Questo è tutto quello che una persona malata di dca odia, e tutto quello che vuole. Che cerca. Che combatte. Che ama, in cui si rifugia. Da cui scappa. Potrei andare avanti all'infinito. I dca sono malattie, ma chi ha un DCA, cosi come chi non lo ha, non ne è molto convinto. Crede sia un capriccio. Tutti lo credono. Chi ha un DCA viene lasciato solo appena prende un Po di peso. Forse nemmeno se muore viene considerato. È causa del suo mal? Pianga se stesso.
      questa è la vita per chi ha un dca. Disturbo del comportamento alimentare. Non c'è vita. È come stare in una scatola buia e cercare la luce. Ma chi ha un DCA non sa che c'è la luce. O, se lo sa, non può raggiungerla. Scusa se mi sono permessa di rispondere. Ti abbraccio!

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  2. mi ha colpito la tua frase, Sybil Vane…..è come stare in una scatola chiusa e cercare la luce. così mi sento io… rinchiusa in qualcosa che so che ha una via d'uscita ma non riesco ad immaginare la mia vita senza contare le calorie e con chili in più. Non ce la faccio perché già sono infelice così, figuriamoci grassa…..
    Cpsasonolenuvole, non mi hai disturbata assolutamente! io invidio tanto le persone che riescono a godere delle cose che la vita ogni giorno ci offre…. anche una semplice passeggiata all'aria aperta….. beh, se io dovessi fare una passeggiata non la farei certo per respirare aria pura o chiacchierare con un'amica….la farei per bruciare calorie…..perchè è questo quello a cui penso costantemente…. le calorie, il peso, il grasso, i fianchi, le altre ragazze più magre di me.
    Mi sento in carcere ma credetemi….non vedo via d'uscita….. anche se so che c'è io non la vedo

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